Da non perdere

Cambiamenti climatici: già nel 1981 le compagnie petrolifere “Sapevano tutto” e fecero di tutto per non divulgare le notizie

Le compagnie petrolifere già sapevano dell’esistenza di un legame tra combustibili fossili e cambiamenti climatici, ma non hanno fatto nulla in merito, anzi, si sono impegnate per evitare che questa informazione muovesse l’opinione pubblica. Sono dure le accuse comparse sul Guardian, il giornale inglese, che ha pubblicato una lettera dell’ingegnere chimico Lenny Bernstein, indirizzata alla Exxon Mobil, la più grande compagnia petrolifera del mondo.

La lettera risale al 1981, sette anni prima che il tema del cambiamento climatico divenisse di dominio pubblico. All’epoca dei fatti, il colosso petrolifero statunitense si accingeva a sfruttare il maxi-giacimento di gas naturale di Natuna nelle acque dell’arcipelago indonesiano. L’intendo di Bernstein era quello di mettere in guardia la compagnia delle conseguenze delle loro attività: “Questa è una immensa riserva di gas ma è anche al 70% (formata) da Co2”, scriveva l’autore della missiva.

All’epoca Bernstein definì Natuna “una bomba al carbonio”.

Stando sempre a quanto riporta il Guardian, nonostante la lettera dell’ingegnere fosse chiara, la Exxon non avrebbe fatto niente a riguardo. Anzi, la risposta della compagnia sarebbe stata caratterizzata da un continuo rifiuto a riconoscere i pericoli del cambiamento climatico, anche in risposta agli appelli di Rockefeller , la sua famiglia fondatrice, continuando a sostenere, anche finanziariamente, tesi che andassero nel senso opposto.

Secondo il giornale inglese, nel corso degli anni, Exxon avrebbe speso più di 30 milioni di dollari in Think tank e ricercatori per negare l’esistenza del problema dei cambiamenti climatici.

Il giacimento sarebbe stato così “la più grande causa di riscaldamento globale del tempo”. Solo nel 1988, quando lo scienziato James Hansen testimoniò davanti al Congresso Usa, emerse pubblicamente che il riscaldamento globale era causato dall’accumulo in atmosfera dei gas serra provenienti dalla combustione dei combustibili fossili.

Bernstein aveva precorso i tempi, solo che nessuno gli ha creduto.

Dal canto suo, la Exxon Mobil afferma di essere diventata consapevole dei rischi del collegamento cambiamenti climatici-combustibili fossili solo adesso: “Nel 1981 eravamo nei primissimi giorni (da quando il tema era apparso, ndr) e si presentavano considerevoli divergenze d’opinioni. All’epoca nessuno era in grado di fornire una risposta definitiva” sul tema.

La società ha inoltre negato di aver finanziato delle campagne che negassero l’assunto di Berstein,

Naomi Oreskes, docente alla Harvard University ed esperta di storia della scienza del clima, ha affermato che sarebbe stata una cosa sorprendente se la Exxon avesse sconvolto i suoi piani nei primi anni ’80, per il rischio palesato dei cambiamenti climatici. Inoltre, avrebbe contestato l’affermazione del colosso statunitense circa l’incertezza del dibattito dell’epoca in materia di clima.

La Casa Bianca e il National Academy of Sciences, infatti, avevano già stilato dei rapporti sui cambiamenti climatici nel 1970: non solo, le agenzie scientifiche governative stavano studiando i cambiamenti climatici già nel 1960.

“Trovo difficile credere che un settore il cui modello di business dipende dai combustibili fossili avrebbe potuto ignorare completamente importanti conseguenze ambientali, e i grandi incontri ambientali che hanno avuto luogo e in cui si parlava di anidride carbonica e cambiamento climatico“, ha detto in un’intervista con il Guardian.

Come avrebbe scritto Bernstein nella sua e-mail all’Ohio University: “Le aziende sono interessate all’impatto ambientale solo nella misura in cui questo influenza i loro profitti, sia attuali che futuri. Esse possono assumere delle posizioni che sembrano altruistiche per migliorare la loro immagine pubblica, ma il presupposto alla base di tali azioni è che aumenteranno i profitti futuri”.

Exxon Mobil potrebbe esserne un esempio.

fonte:ambientebio.it

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*

*