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Carne rossa e cancro: 15 verità sullo studio dell’OMS

Mangiare carne o no, e se si, quale? Cosa ha analizzato in realtà l’OMS e quali sono state le conclusioni?

1 – LA CARNE ROSSA
La carne viene suddivisa in 3 categorie principali, ovvero bianca, rossa e nera, a seconda del colore che assume dopo la macellazione. La carne rossa, in particolare, comprende le varietà provenienti dai mammiferi destinati al macello, ovvero quella ovina, bovina, equina e suina.

2 – LA CARNE LAVORATA
La carne lavorata è quella che viene trasformata attraverso dei processi, industriali e non, che ne migliorano il sapore e che ne semplificano la conservazione. Tramite tali processi, in genere, vengono anche aggiunti altri ingredienti e componenti, come altri tipi di carne, grassi, additivi, aromi e gelatine. In questo modo, si possono ottenere gli affettati, gli insaccati, la carne secca e la carne in scatola, oltre a salse e preparati a base di carne.

3 – LO STUDIO DELLO IARC
Lo IARC, acronimo di Institute Agency for Research on Cancer, che si occupa principalmente di classificare il rischio relativo ai tumori da parte degli agenti fisici e chimici, ha condotto alcuni studi epidemiologici legati al rischio di contrarre il cancro. I risultati ottenuti dalla ricerca hanno evidenziato un aumento dell’incidenza delle malattie tumorali correlato al consumo della carne rossa e, sopratutto, di quella lavorata.

4 – IL METODO DI COTTURA
Una delle variabili che influenzano in modo più o meno sensibile l’effetto cancerogeno della carne, secondo gli studi condotti dallo IARC, è il metodo di cottura utilizzato per prepararla. La temperatura elevata della cottura alla griglia o in padella elimina i microrganismi dannosi e rende il prodotto più appetibile, ma provoca la formazione di alcune sostanze potenzialmente tossiche e cancerogene.

5 – IL CONSUMO DI CARNE CRUDA
Se, da un lato, cuocere la carne comporta il rischio della formazione di sostanze nocive, non cuocerla comporta il rischio di ingerire anche i batteri e gli altri agenti patogeni che si trovano in essa. Questo aumenta durante la stagione calda, le cui elevate temperature favoriscono la loro proliferazione. È sempre opportuno usare un buon metodo di cottura ed assicurarsi che la carne cuocia in modo uniforme, sia in superficie che all’interno.

6 – LA COTTURA AL VAPORE E LA BOLLITURA
Secondo i dati ricavati dalle ricerche, il modo più sicuro per preparare la carne è cuocerla al vapore oppure bollirla. La cottura al vapore e la bollitura, infatti, consentono di evitare l’utilizzo di oli ed altri ingredienti grassi, offrendo un notevole risparmio calorico e scongiurando il rischio di generare delle sostanze e dei composti dannosi per la salute dell’organismo.

7 – LA CARNE ROSSA NELLA CATEGORIA 2A
Il rischio relativo ai tumori viene classificato in 5 differenti categorie. La carne rossa, in particolare, è stata inserita nella categoria 2A che, alla luce di evidenze di cancerogenicità piuttosto limitate nei confronti degli esseri umani e comprovate nei confronti degli animali da laboratorio, include gli agenti probabilmente cancerogeni per l’uomo.

8 – LA CARNE LAVORATA NELLA CATEGORIA 1
La carne lavorata, a differenza di quella rossa, è stata inserita nella categoria 1 che, alla luce di sufficienti prove di cancerogenicità, include gli agenti cancerogeni per l’uomo. Anche in questo caso, quindi, non vi è la certezza assoluta che questi provochino l’insorgenza del cancro, ma solo l’evidenza sostenuta dall’analisi delle persone esposte a tale rischio.

9 – LA CARNE LAVORATA A CONFRONTO CON IL FUMO
La classificazione dello IARC non indica la pericolosità cancerogena di un determinato agente, bensì quanto è provato che eserciti un effetto cancerogeno sull’uomo. La carne lavorata ed il fumo di sigaretta sono entrambi assegnati alla categoria 1, ma comportano dei rischi e delle conseguenze molto diverse: mentre il consumo di carne provoca il 21% dei tumori all’intestino ed il 3% del totale, infatti, quello del tabacco è il responsabile dell’86% dei tumori ai polmoni e del 19% del totale.

10 – IL CANCRO PROVOCATO DAL CONSUMO DELLA CARNE ROSSA
La patologia tumorale che trova un maggior riscontro in un soggetto che consuma abitualmente la carne rossa è il carcinoma del colon-retto. Si tratta del tumore maligno che colpisce l’apparato digerente più frequentemente, del terzo più diffuso e del responsabile di oltre 600.000 morti ogni anno. Il suo principale fattore di rischio è uno stile di vita sregolato, ovvero un regime alimentare ipercalorico, ricco di carni rosse e povero di fibre, il consumo di alcol e fumo e la carenza di attività motoria.

11 – IL CANCRO PROVOCATO DAL CONSUMO DELLA CARNE LAVORATA
La patologia tumorale che trova un maggior riscontro in un soggetto che consuma abitualmente la carne lavorata è, anche in questo caso, il carcinoma del colon-retto, che viene affiancato dal tumore dello stomaco. Quest’ultimo, in particolare, è la quarta neoplasia più diffusa in tutto il mondo, il terzo tumore più mortale ed il responsabile di oltre 700.000 morti all’anno nell’ultimo decennio. Il primo fattore di rischio è il vizio del fumo, seguito dal consumo di alimenti salati, affumicati, carni rosse e carni lavorate.

12 – L’INCIDENZA SULLA POPOLAZIONE
Secondo i dati ricavati ed analizzati dal Global Burden of Disease, che comprende più di 500 ricercatori di oltre 300 istituzioni e 50 paesi del mondo, il cancro provocato da un consumo eccessivo di carne lavorata causa oltre 34.000 decessi all’anno. Più in generale, si stima che il consumo eccessivo di carne rossa è il potenziale responsabile di oltre 50.000 decessi all’anno.

13 – LA PERCENTUALE DI RISCHIO
Anche se si tratta di una stima molto generica, lo IARC ha calcolato che la probabilità di contrarre una neoplasia maligna aumenta di circa il 18% per ogni 50 grammi di carne lavorata consumata quotidianamente. Ancora più in generale, si stima che la probabilità di contrarre una neoplasia maligna aumenta di circa il 18% per ogni 100 grammi di carne rossa consumata quotidianamente.

14 – L’IMPORTANZA DELLA CARNE NELLA DIETA
La carne costituisce un’importante fonte di nutrimento per l’uomo, sopratutto durante la giovane età, in quanto contiene una grande quantità di proteine ed aminoacidi essenziali. Ciò che è opportuno fare è prediligere il consumo della carne bianca, magra ed esente dagli effetti cancerogeni, introducendone almeno 2 porzioni settimanali nella propria dieta.

15 – LO SCOPO DELLO STUDIO
L’obiettivo dello IARC è, semplicemente, valutare e rendere noti i fattori di rischio che provocano il cancro e la loro incidenza. Alla luce delle evidenze scientifiche, le istituzioni ed i governi possono fornire le indicazioni da seguire per mantenersi in salute e, per quanto possibile, prevenire l’insorgenza di spiacevoli malattie e patologie.

fonte:it.like.it

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