COSA VEDI IN QUESTA IMMAGINE? ATTENTO, POTRESTI SOFFRIRE DI PSICOSI

Guarda attentamente la foto che abbiamo come copertina di questo articolo e che è sopra questo paragrafo. Cosa vedi? Vedi solo un mucchio di macchie bianche e nere, vero?

Ora osserva attentamente la foto sottostante e quella sotto ancora.

Come avrai ben capito, quella foto in bianco e nero che hai visto all’inizio era in realtà un bambino che giocava con un puzzle. Se hai capito che si trattava di un bambino dall’inizio, allora potresti avere dei disturbi psicologici davvero seri.

Infatti, gli psicologi dell’università di Cambridge, durante uno studio scientifico, hanno scoperto che tutte le persone che, una volta sottoposta a loro questa immagine, sono riusciti a vedere il profilo di un bimbo, avevano una tendenza a soffrire di allucinazioni o, nei casi più gravi, anche di psicosi.

Se questo è il tuo caso, non devi allarmarti più di tanto. Infatti sempre secondo gli stessi psicologi, c’è un momento della nostra vita nel quale sviluppiamo una forte immaginazione e siamo soggetti a delle allucinazioni. Questo potrebbe accadere specialmente se ciò che ci viene presentato non è poi così chiaro e per dare una spiegazione, abbiamo bisogno di immaginare.

L’immaginazione può trasformare ciò che vediamo sfocato e farlo diventare una vera e propria allucinazione. Quindi non è detto che se hai subito capito che si trattava di un bambino, potresti soffrire di disturbi psichici.

Per quanto riguarda lo studio, questo è stato condotto dagli psicologi dell’università di Cambridge che hanno coinvolto ben 18 persone, con problemi passati di salute mentale. A queste è stata mostrata l’immagine di copertina e nella maggior parte dei casi, il bambino è stato quasi immediatamente riconosciuto, specialmente da chi aveva avuto problemi di psicosi e allucinazioni.

Lo stesso esperimento, poi, è stato fatto anche sottoponendo l’immagine a 16 persone sane, senza alcun tipo di problema psicologico. In questo caso, invece, il bambino è rimasta solo un’immagine a macchie.

fonte:quelchenonsapevi.it