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La Soka Gakkai “incassa” l’8 per mille. L’intesa suggellata dalla presenza del premier Renzi

Nei templi dei buddisti à la page della Soka Gakkai ormai non si parla d’altro da settimane: anche per loro è infine arrivato il momento agognato, e rimandato per oltre un decennio, d’esser accolti nell’esclusivo country club dell’8 per mille.

Sabato intorno alle cinque di pomeriggio il kaikan fiorentino, quartier generale italiano dell’organizzazione nipponica, spalancherà il proprio portone al presidente del consiglio Matteo Renzi, di fronte alla platea teorica — dichiarata a L’Espresso ma inverificabile — dei loro 70 mila fedeli (e potenziali elettori) italiani. Lui a sua volta spalancherà all’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai le porte del paradiso dei nostri contribuenti.

Come ufficialmente confermato all’Huffington Post, nella sua fitta agenda il premier ha quindi trovato il tempo per recarsi personalmente dal direttore generale dell’Istituto, Tamotsu Nakajima, emanazione italiana dell’uomo intorno al quale l’intera ‘multinazionale spirituale’giapponese ruota: il sensei Daisaku Ikeda.

A svelare su Facebook la mossa di Renzi è il profilo pubblico di un suo ‘fedele’, il sindaco fiorentino di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi. Il quale, ancora commosso, lunedì pomeriggio annunciava un evento che per il resto è stato invece tenuto nel più stretto riserbo, tanto che ancora oggi sulla homepage ufficiale della Soka Gakkai italiana, dell’importante appuntamento non si fa menzione, neanche en passant:

“Poco fa ho ricevuto l’invito ad esser presente a una cerimonia per me molto significativa: la firma dell’intesa fra la Repubblica Italiana e l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, con il direttore generale dell’istituto Tamotsu Nakajima e il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Sabato pomeriggio per me sarà una grande emozione: come rappresentante delle istituzioni e come vissuto personale”.

Ma Fossi non è l’unico trait d’union pubblicamente noto fra renziani e ikediani. Già nel 2011, infatti, il libro inchiesta “Occulto Italia” riferiva come Andrea Pugliese, allora consigliere comunale fiorentino renziano — oggi nardelliano — si ritrovasse contemporaneamente ad essere “responsabile di territorio” sokiano. E anche come Alessandro Lo Presti, ex presidente della Firenze Parcheggi e “renziano della prima ora”, rivestisse allo stesso tempo un ruolo importante nella bizantina gerarchia dell’organizzazione, cioè quello di “vice di territorio”.

Tuttavia l’attuale affinità elettiva fra il partito democratico renziano e il culto ikediano — che in patria è ironicamente imparentato con una specie di belligerante Ncd giapponese, il New Komeito — non rappresenta che l’ennesima fase storica di una vera e propria lobby “per tutte le stagioni”, di volta in volta disposta a corteggiare indifferentemente i leader più promettenti della destra come della sinistra. A destra, non ci si è fatti certo problemi a passare dai pionieri berlusconiani ai loro nemici naturali, gli estinti finiani futuristi. A sinistra invece si era originariamente approdati ai veltroniani doc, tanto che un paio d’anni fa l’Espresso esibiva, a riprova dell’attivismo sokiano, proprio le loro collaborazioni con Walter Veltroni e Laura Boldrini. Si approda quindi ai renziani di oggi.

Quali siano i contenuti dell’intesa che sabato Renzi andrà a firmare a casa della Soka Gakkai non è dato saperlo. L’Huffington Post ha chiesto informazioni in proposito agli uffici competenti della Presidenza del Consiglio, senza ottenere alcuna risposta. La Soka Gakkai si appresta a prendere posto giusto di fianco ai rappresentanti dell’Unione buddista italiana, che riuniscono la stragrande maggioranza delle tradizioni canoniche nel nostro Paese — ma per l’appunto non gli ikediani. Interpellati dall’HuffPost sulla cerimonia di sabato, i rappresentanti dell’Ubi hanno risposto con un “no comment”.

Ora, se più di dieci anni fa la Soka Gakkai era arrivata così vicina a ottenere quest’intesa, come mai il precedente tentativo era fallito? Perché — come già ampiamente riscontrato e documentato in “Occulto Italia” nel 2011 — un grosso malcontento generato da gravi e ben poco buddisti problemi di democrazia interna dell’organizzazione era insorto nei kaikan, tanto che le voci del dissenso si erano fatte sentire perfino al di fuori di quelle mura, generando un problema d’immagine. Fu quindi la stessa organizzazione a far saltare il tavolo, con un ribaltone che sospinse l’attuale dirigenza italiana al potere.

La giornata di sabato allora sarà il momento delle seconde chance, per portare a compimento un’azione di lobbying pluridecennale. Certo, dopo ci vorrà ancora qualche passaggio: che il governo faccia proprio il disegno di legge, che lo presenti alle camere, che poi lo si calendarizzi e lo si discuta. Ma questa firma, e tanto più la promettente presenza di Renzi in carne e ossa, va a concretizzare le aspirazioni di un’organizzazione ricca di agganci bipartisan. Capace d’intessere con la politica — dal livello locale degli amministratori a quello nazionale dei legislatori — una frequentazione assidua, anche grazie a un costante battage d’iniziative volte a far parlare di grandi temi come la pace e il disarmo, e quindi a far parlare di sé. Un successo che da sabato potrebbe lecitamente spalancare le porte ad altri pretendenti all’8 per mille, come Scientology.

Fonte:www.huffingtonpost.it

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