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Leggila tutta…è verissima!

Finite le elementari, “si ha la fortuna” di continuare gli studi, grazie ai propri genitori e, dopo la licenza media, “si può, in alcuni casi, avere ancora la fortuna” di proseguire; a 16 anni, se si è fortunati arriva, con altri sacrifici dei genitori, un bel regalo, desiderato da tutti gli adolescenti: il primo motorino.

Ci si ritrova così a 18 anni a dover fare delle scelte che segnano per tutta la vita: continuare gli studi, se c’è la possibilità economica di farlo, o andare a lavorare, adattandosi a qualunque tipo di occupazione, appunto per iniziare a costruirsi una posizione economica. Magari il padre cerca di invogliare il ragazzo a prendere la patente, ma occorre fare i conti il problema monetario: se il padre ha disponibilità, bene, altrimenti il giovane deve spendere il meno possibile e mettere da parte un gruzzoletto per pagarsi l’autoscuola.

Per coloro che non hanno trovato ancora lavoro (come succede nella maggior parte dei casi) e il cui padre non ha sufficiente disponibilità economica, non resta che cercare una soluzione al problema di come guadagnare i soldi per ottenere quel pezzo di carta rosa che fa sentire tanto grandi.

Questo problema può portare a un bivio un ragazzo di 18 anni che ancora conosce ben poco della vita: egli potrebbe,infatti, commettere l’errore di cercare di procurarsi i soldi illecitamente, entrando in un circolo vizioso di soldi facili dal quale si esce quasi sempre finendo dietro le sbarre o morto ammazzato.

Ma il ragazzo italiano che ha ricevuto una buona educazione pensa di vendere il motorino ed iscriversi così, finalmente, alla scuola guida.

Fatto questo, ora il giovane desidera, naturalmente, la macchina. Inizia a cercare lavoro e dopo tanti mesi o anni ne trova uno in un supermercato come magazziniere: 900 euro al mese senza busta paga né contributi, ma il ragazzo accetta e incomincia a lavorare come un matto e, grazie sempre ai suoi genitori che gli fanno da garanti, può comprare la macchina.

Siamo arrivati al punto più cruciale della vita del ragazzo italiano tipo; dai suoi 900 euro mensili bisogna sottrarre le seguenti spese:

1- rata mensile per la macchina, 200 euro;

2- 100 euro al mese vengono accantonati per poter pagare semestralmente l’assicurazione per l’auto;

3- 300 euro al mese di benzina per andare solo a lavorare (10 euro al giorno);

4- 50 euro al mese il ragazzo li conserva per il tagliando e l’eventuale manutenzione o per il cambio gomme;

5- 100 euro al mese sono utilizzati per spese varie e capi d’abbigliamento, da acquistare rigorosamente solo dal cinese sotto casa, l’unico a praticare prezzi a lui accessibili.

Questo è solo l’elenco delle cose primarie che servono per poter andare al lavoro.

Praticamente, dello stipendio restano soltanto 150 euro mensili e con rabbia ci si accorge che con questa cifra non si può vivere dignitosamente come si dovrebbe poter fare. Ma il giovane trova sfogo al suo risentimento nel vizio del fumo e spende gli ultimi 150 euro in una droga che lo Stato Italiano, pur disapprovando a parole, vende ugualmente.

Il ragazzo della nostra storia ha la fortuna di abitare sotto lo stesso tetto dei suoi genitori, usufruendo di un pasto caldo e di un letto dove poter pensare, prima di addormentarsi, a come fare soldi per poter uscire con gli amici il sabato sera e comprare il gelato alla sua donna.

Il metodo per fare quattrini in fretta ci sarebbe: rubare, spacciare o dedicarsi a qualche altra attività illecita, ma il nostro giovane italiano sceglie ancora una volta la via meno pericolosa per il suo bene: va dai genitori spiegando loro la situazione e li prega di fargli nuovamente da garanti per poter ottenere un ulteriore prestito con una rata minore e coprire così il restante debito della macchina. Patatrac!! Invece di progredire, finisce nel vortice delle banche e diventa un burattino, come milioni di italiani che vivono solo per pagare i debiti, e sovvenzionare governanti e parlamentari che se ne infischiano sia dei giovani sia degli adulti, a meno ché non siano parenti e amici! Il ragazzo, a questo punto, è costretto a fare nuovamente la solita scelta: o attuare qualcosa d’illegale per azzerare il debito con le banche o cercare un lavoro più remunerativo.

Il nostro giovane abbassa la testa e sceglie la seconda opzione, quella del lavoro migliore. Ce la fa. Ora guadagna 1200 euro mensili come autista di una ditta; lavora 12 ore al giorno e lo deve fare perché altrimenti l’istituto di credito, se non paga la rata del finanziamento, gli confisca prima l’auto e poi si rivolge ai poveri genitori che gli han fatto da garanti, minacciandoli di ipotecare la casa se, fortunatamente per l’ente creditore è di loro proprietà. Il ragazzo lavora, lavora, lavora e riesce, dopo cinque anni, a pagare i debiti alle banche. Può ritenersi fortunato!

A ventiquattro anni, il nostro giovane, che è una persona previdente, decide di mettere da parte ciò che può dal suo stipendio, che ora è un pochino più sostanzioso.

A ventinove si sposa e, insieme alla sua amata mogliettina (senza lavoro), cerca casa. Ne trovano una che costa, come affitto mensile, 300 euro.

Lo stipendio ricomincia a non bastare più: manca al bilancio una cifra consistente.

Affitto, arredamento, luce, acqua, gas, tassa rifiuti ed altro ancora; il nostro giovane cittadino si ritrova dopo pochi mesi con tutti i capelli bianchi o addirittura senza capelli a causa delle enormi difficoltà e incomincia a domandarsi: “Ma che ho fatto? Dove ho sbagliato? Perché devo pagare così caro per la mia vita? Ma come fanno gli altri a campare? Solo a campare! Sarebbe stato meglio se non fossi nato!”

Il protagonista di questa triste storia cerca un sistema per poter migliorare la sua condizione familiare e personale, ed ha un’idea: torna dai genitori e chiede loro l’ennesima garanzia per poter acquistare la casa; così, invece di pagare l’affitto ad un privato, con gli stessi 300 euro mensili pagherà un mutuo.

Ma la situazione peggiora, invece di migliorare: sarà costretto a firmare nuovamente un contratto con una banca, accettando un prestito che dovrà pagare per ben trent’anni!

L’errore più comune è quello di rivolgersi ad una banca!

Ma il giovane capo famiglia vi è stato costretto, vista la situazione… Vivrà per altri 30 anni come uno schiavo per poter riuscire a comprarsi la casa e chiudere tutti i conti con le banche.

No.

Purtroppo, alla moglie del cittadino, ormai diventato adulto, viene diagnosticata una brutta malattia; curabile, per fortuna, se individuata in tempo. Occorre spendere quasi ogni giorno delle somme importanti per i farmaci e le visite mediche ed il nostro sventurato protagonista cerca disperatamente di seguire con tutta la cura possibile la moglie per salvarle la vita.

“NON SONO I MEDICI A SALVARTI LA VITA, IN ITALIA, MA PRINCIPALMENTE LE TUE TASCHE”.

Il cittadino, ormai, non riesce più a pagare il mutuo della casa, gli arrivano avvisi su avvisi da parte delle banche, che reclamano l’ipoteca sull’immobile. Il disgraziato, a causa dello stress accumulato, si ammala. Perde il lavoro. Non riesce neanche a pagare le medicine che sono indispensabili per la vita della moglie e, di conseguenza, neppure quelle che servirebbero a lui. Non percepisce pensione, visto che è ancora giovane, a 60 anni! Gli prendono la casa. Dorme in macchina per due mesi. Vende la macchina per poter pagare ancora medicine per la moglie, che viene operata ma muore.

Lui rimane da solo, in strada, senza più nulla.

E dire che ha lavorato!

Sarebbe stato meglio seguire la prima opzione, che aveva scartato a 18 anni.

Magari gli sarebbe andata bene, forse sarebbe riuscito ad ottenere l’appoggio di qualche politico e magari avrebbe avuto la fortuna di entrare anche lui, in politica!

“Illustrissimo” Presidente della Repubblica, è giusto tutto questo?

Condividila se sei d’accordo con chi ha scritto questa storia!

(F. G.)
fonte:www.attivotv.it

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