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Facebook, il successo degli amici può alimentare la depressione

Succede se utilizziamo il social network per sorvegliare gli altri, confrontando in continuazione i contenuti pubblicati, e non come canale di comunicazione. Lo conferma uno studio su 700 studenti statunitensi.

Poteva essere forse prevedibile. Fatto sta che uno studio, pubblicato sulla rivista specializzata Computers in Human Behavior e condotto su 700 studenti statunitensi, sembra confermarlo scientificamente: assistere e apprendere i successi altrui su Facebook contribuisce a innescare la nostra invidia. Aumentando, come effetto collaterale, il rischio di sviluppare forme più o meno profonde di depressione.

Lo racconta una ricerca condotta da un team della Missouri School of Journalism dell’università del Missouri-Columbia, basato tuttavia a Singapore vista la collaborazione con Edson C. Tandoc, professore alla locale Nanyang Technological University, ma capitanato da Margaret Duffy. “Facebook può essere un’attività divertente e salutare se usato per rimanere in contatto con amici e parenti e aggiornarsi sulle loro vite – ha spiegato Duffy, docente di comunicazione strategica all’ateneo statunitense – ma se sfruttato per vedere come vanno le cose a un vecchio amico, se sta economicamente bene o vive un amore felice, allora questo può scatenare invidia e portare a sentimenti di depressione”.

D’altronde quanto esce dall’indagine è proprio questa constatazione. E cioè che gli utenti, soprattutto quelli giovani, tendono a utilizzare la piattaforma di Mark Zuckerberg esattamente in queste due modalità: una per così dire bilanciata, che sfrutta il social network come canale di comunicazione veloce e capillare anche con delle ricadute nella vita reale. L’altra insalubre, di “sorveglianza”. Cosa significa? La bacheca viene monitorata per confrontarsi in continuazione e porsi in competizione con contenuti che, spesso lo dimentichiamo, sono oltre tutto a loro volta frutto di strategie degli utenti, magari inconsce. Fra i ragazzi coinvolti nello studio che utilizzavano Facebook in questa seconda maniera i ricercatori hanno appunto riscontrato una maggiore frequenza di segnali e sintomi di depressione.

“Usare Facebook è un’attività sana e di svago quando l’obiettivo è restare in contatto con familiari o vecchi amici e condividerne aspetti importanti della vita – hanno insistito gli esperti sul britannico Independent – ma abbiamo verificato che se viene utilizzato per controllare o peggio spiare i successi altrui, dalla vacanza costosa che si sono potuti permettere all’auto o alla casa nuova, allora può suscitare sentimenti di invidia che possono portare alla depressione”.

Le ha fatto eco Tandoc, che ha specificato come “gli utenti dovrebbero essere coscienti del fatto che una presentazione di sé positiva è uno degli elementi essenziali dei social media; c’è dunque da aspettarsi che molti utenti pubblichino solo contenuti di questo genere per raccontare le loro vite. Questa consapevolezza può aiutare a disinnescare l’invidia”.

fonte:www.vanityfair.it

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