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Immunoterapia, nuova speranza per la cura contro il cancro

Rafforzare il sistema immunitario per sconfiggere le cellule tumorali dall’interno.

È stata salutata come uno dei maggiori successi in campo oncologico negli ultimi anni. L’immunoterapia, questo il nome della nuova frontiera contro il cancro, promette di contrastare la malattia con un approccio del tutto nuovo.

Quale? Il metodo consiste nell’indurre il nostro organismo (le cellule T) a reagire, a combattere il nemico dall’interno. I farmaci usati, in altre parole, non agiscono contro le cellule tumorali, ma a sostegno del sistema immunitario dei pazienti. Una rivoluzione copernicana che per decenni era passata quasi sotto silenzio, degnata di pochi sguardi dai colossi farmaceutici, e che ora comincia ad essere valorizzata. Il motivo è che l’immunoterapia dà segnali davvero confortanti: in alcuni casi, riesce a frenare l’avanzata del cancro.

Stando a quanto riferito dal quotidiano britannico The Guardian, i risultati positivi hanno spinto Big Pharma a rivedere le proprie posizioni e a “salire sul carro dei vincitori”. Rilevanti, in particolare, gli studi condotti sul melanoma, come riconosciuto dall’American Society for Clinical Oncology (Asco) nel convegno annuale di Chicago. Con l’uso combinato di due farmaci sviluppati dall’industria americana Medarex (poi acquistata da Bristol Myers Squibb) e chiamati Ipilimumab (nome commerciale Yervoy) e Nivolumab (nome commerciale Opdivo), è apparso possibile ridurre le dimensioni del cancro fino al 58%.

Il merito, in questo caso, è degli immunologi della Dartmouth Medical School. E anche se la cautela è d’obbligo, tanto rispetto alla cura del melanoma quanto rispetto alle altre patologie, l’ottimismo non manca. L’immunoterapia convince il mondo della scienza scardinando le regole tradizionali del trattamento oncologico, tradizionalmente basato sull’idea che il sistema immunitario non potesse attaccare le cellule tumorali.

Ma, certo, più di qualcosa resta da risolvere. Innanzitutto il problema degli effetti collaterali che possono risultare dalla combinazione di farmaci . Vari pazienti sono stati esclusi dagli studi clinici proprio perché severamente colpiti dalle conseguenze indesiderate della chimica. E non c’è da stupirsi. Indurre l’organismo ad attaccare cellule proprie vuol dire attivare un meccanismo molto complesso che, come spiega ancora il Guardian, può essere difficile da sopportare.

C’è, poi, l’incognita della durata dei benefici. In tanti casi del passato, i farmaci sono serviti a rallentare il decorso della malattia ma non a debellarla. L’immunoterapia è ambiziosa: mira a rieducare il corpo e, in particolare, il sistema immunitario, facendogli individuare il pericolo da combattere e sconfiggere. Ci riuscirà? Il mondo lo spera, il tempo, lui solo, potrà stabilirlo.

fonte:www.huffingtonpost.it

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