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Quando un incontro ti cambia la vita: l’incredibile storia di Ciprian

Abbandonato dalla madre alla nascita per via della sua disabilità, il destino di Ciprian sembrava destinato a consumarsi in un orfanotrofio in Romania, dove non aveva accesso alle cure necessarie. Fino al giorno in cui Madre Teresa di Calcutta non lo ha portato in Italia. Da allora il piccolo ha vissuto al Serafico di Assisi dove è diventato attore negli spettacoli del laboratorio teatrale e ha vinto la medaglia d’oro per il nuoto alle special olympics del 2014

ROMA. Certe volte il destino è segnato e inevitabile, una catena di dolore impossibile da spezzare. A volte capita però che l’amore, la solidarietà e, perché no, anche la fortuna, interrompano questo circuito di sofferenza e finiscano per riportare la vita di una persona sul binario della normalità. In alcuni rarissimi casi quel binario porta addirittura alla soddisfazione e alla gioia. E’ quello che è accaduto a Ciprian, un ragazzo rumeno nato con le ossa del cranio non saldate e per questo abbandonato alla nascita dalla madre in un orfanotrofio “per casi incurabili”.
L’incontro con Madre Teresa. Tutto cambiò, per Ciprian, il giorno in cui Madre Teresa di Calcutta fece visita in quell’istituto: la donna, proclamata santa domenica 4 settembre, rimase infatti talmente colpita dalla tragica storia del bambino, che decise di portarlo con sé, farlo operare a Roma al Policlinico Gemelli e trovargli successivamente una famiglia adottiva.
Una nuova famiglia: il Serafico. “Nell’impossibilità di trovare una mamma e un papà, le Suore della Carità bussarono alla porta del Serafico. Da allora siamo noi la sua famiglia”, spiega Francesca Di Maolo, presidente del Serafico di Assisi, modello di eccellenza italiana e internazionale nella riabilitazione, nella ricerca e nell’innovazione medico scientifica per i ragazzi con disabilità plurime. “In una società che esclude a priori la fragilità, noi diciamo e testimoniamo che la pienezza delle vita è sempre possibile”.
“Vivo per miracolo”. Ma torniamo alla storia di Ciprian. Il piccolo nasce a gennaio, a Tirgoviste, vicino Bucarest, durante gli anni della dittatura di Nicolae Ceausescu. Qualcosa durante il parto di sua madre non va per il verso giusto e le conseguenze sono drammatiche: le ossa del cranio non si saldano, il bambino è destinato ad andare incontro a gravi problemi durante la crescita. Per i medici è già un miracolo che sia ancora vivo. Ciprian, come tutti i neonati, desidera unicamente stare stretto alla madre e sentire il calore del suo abbraccio, ma quel conforto gli viene negato: forse per disperazione, forse per paura, la donna decide infatti di abbandonarlo in un orfanotrofio “per casi incurabili”.
Gli anni nell’orfanotrofio. Nell’orfanotrofio dove viene abbandonato, il piccolo trascorre i primi anni tra scarse condizioni igieniche e cibo insufficiente, senza ovviamente poter contare sulle cure necessarie per tentare di recuperare una condizione di vita normale. La mancata saldatura delle ossa del cranio non permette al cervello di svilupparsi correttamente e provoca gravi problemi alla vista. Cieco dall’occhio sinistro, Ciprian riesce a percepire solo qualche elemento da quello destro, ma per evitare che la situazione peggiori è necessario intervenire tempestivamente. E’ a questo punto che arriva Madre Teresa.
Gli interventi al Bambino Gesù e al Gemelli. Per qualche tempo, la nuova casa del piccolo diventa l’istituto delle Suore Missionarie della Carità a Bucarest, poi gli viene finalmente permesso di arrivare in Italia. Accolto in convento dalle Suore Missionarie a Roma, il bambino viene curato prima al Bambino Gesù e poi al Policlinico Gemelli, dove viene sottoposto a diverse operazioni chirurgiche che riescono a salvargli parte della vista dell’occhio destro. Il 16 febbraio del 1993 Madre Teresa torna in Italia per essere la sua madrina di battesimo.
Una nuova vita. Nel 1995 il Tribunale dei Minori di Roma dichiara lo stato di adottabilità per Ciprian e le Suore Missionarie di Roma si adoperano per trovargli una famiglia, ma la sua disabilità spaventa così tanto che nessuno ha il coraggio di accoglierlo. Il tutore legale, una religiosa delle Suore Missionarie della Carità, continua a prendersi cura di lui fino ai 15 anni, quando per Ciprian si aprono le porte del Serafico di Assisi. Sono trascorsi 20 anni da allora e oggi Ciprian continua a vivere al Serafico, dove è diventato un attore negli spettacoli del laboratorio teatrale, un pittore al laboratorio grafico, un marciatore (talmente bravo da affrontare un tratto del cammino di Santiago de Compostela), un campione di nuoto (tanto da aver vinto la medaglia d’oro alle special olympics nel 2014!) e uno straordinario smontatore di oggetti. “Gli è sempre piaciuto smontare tutto, un giocattolo, un mobiletto, un tavolo: una volta ha smontato anche una porta. Smontare gli oggetti per Ciprian significa conoscerli, scoprire i dettagli, avere la certezza che ogni pezzetto, anche il più piccolo, ha un ruolo ed è prezioso”.
Ogni cosa, dunque, si può ricomporre, salvare. Proprio come la vita di tutti noi. In bocca al lupo per tutto, coraggioso Ciprian.

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