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Il lato oscuro della soia ed i suoi derivati

Ogni anno, sembra che la ricerca sugli effetti della soia e dei suoi componenti sulla salute aumenti notevolmente. La ricerca non è così in espansione solo nelle aree del cancro, delle malattie di cuore e dell’osteoporosi. L’industria della soia sostiene che la soia abbia vantaggi potenziali che possono essere più estesi di quanto si pensava precedentemente.

L’industria della soia multi-miliardaria in dollari insiste che i vantaggi per la salute che la soia offre superano di gran lunga qualsiasi pericolo potenziale. Quello che una volta non era che un raccolto secondario elencato nel manuale del Dipartimento degli Stati Uniti del 1913 (USDA), da utilizzare non come un cibo ma come prodotto industriale, ora copre 72 milioni di acri di terreno coltivato. Buona parte di questo raccolto sarà utilizzato per alimentare polli, tacchini, maiali, mucche e salmoni. Un’altra grossa percentuale verrà spremuta per produrre olio per margarina, grasso per pasticceria e condimenti per insalate.

Ma siamo sicuri che la soia sia un alimento sano?

Sembra che non ci sia quotidiano, rivista o programma di notizie che non abbia messo in risalto recentemente una storia sui sorprendenti benefici per la salute dei prodotti alimentari a base di soia e dei supplementi a base di isoflavoni della soia. La soia viene promossa come un sano sostituto alternativo dell’estrogeno per la donna, come una possibilità di ridurre l’insorgenza del cancro al seno, come un modo per ridurre i sintomi della menopausa, e come proteine povere di grassi in alternativa a carne e pollame. Ma ciò che tutte queste storie favorevoli omettono di dire è che esiste un aspetto negativo molto reale — ma trascurato — del consumo abbondante o a lungo termine dei prodotti di soia. Uno studio è stato fatto in Gran Bretagna facendo prendere 60 grammi di proteine di soia al giorno per un mese a donne in pre-menopausa. Si è scoperto che questo esperimento ha interrotto il ciclo mestruale, e gli effetti dell’isoflavone sono continuati per tre mesi dopo che la soia era stata tolta dalla dieta. L’isoflavone è noto anche perché modifica le condizioni della fertilità e perchè attua cambiamenti sugli ormoni sessuali. E’ stato dimostrato che gli isoflavoni causano gravi effetti negativi sulla salute di molti mammiferi compreso sterilità, malattie della tiroide e malattie del fegato. E questo pericolo è particolarmente grave per i neonati allevati con preparati a base di soia.

Queste sono informazioni che l’industria della soia non vuole che ne veniate a conoscenza. La vendita di prodotti di soia è un grande business, e la domanda crescente di proteine di soia, di farine di soia, e di integratori di isoflavoni lo sta facendo diventare uno dei più grandi business mai esistiti. I ricercatori hanno identificato gli isoflavoni come agenti potenti capaci di sopprimere le funzioni tiroidee e causare o aggravare l’ipotiroidismo. Il Dr. Mike Fitzpatrick, uno scienziato dell’ambiente e ricercatore sui fitoestrogeni hanno condotto studi approfonditi sulla soia, in particolare sull’uso preparati per l’infanzia a base di soia. Fitzpatrick si è assolutamente sicuro che i prodotti di soia possano avere effetti dannosi sia su adulti che neonati. In particolare, ritiene fermamente che i produttori di preparati per l’infanzia a base di soia dovrebbero rimuovere gli isoflavoni — quegli elementi della soia che agiscono come agenti anti-tiroide — dai loro prodotti.

Abbiamo sentito di tutto sui fitoestrogeni. Sono dei composti del mondo vegetale che imitano gli estrogeni, sono propagandati da alcuni come agenti miracolosi che prevengono cancro, malattie di cuore e delle coronarie, osteoporosi (Tanto per nominarne alcuni). Ma c’è un lato molto più oscuro su questi composti, e cioè il fatto che disturbano il sistema endocrino. La soia contiene un fitoestrogeno, e quindi nel corpo agisce in modo molto simile a quello degli ormoni e non deve sorprendere il fatto che interagisca con l’equilibrio delicato dei sistemi ormonali della tiroide. Questi composti possono in effetti aumentare il rischio di cancro alla mammella e causare malattie della tiroide. I produttori di preparati per l’infanzia a base di soia si rifiutano di rimuoverli dai loro prodotti nonostante sappiano che i neonati alimentati con tali preparati sono a rischio di danni irreversibili.

Fitoestrogeni e neonati

Potete esserne certi — i fitoestrogeni non fanno bene al vostro bambino. Se state alimentando il vostro bambino con preparati a base di soia, il consiglio dei ricercatori è quello di smettere immediatamente. Perché? I neonati alimentati con i preparati a base di soia ricevono ogni giorno la stessa dose di fitoestrogeni che si è dimostrata biologicamente attiva negli adulti! Sottoponendo il vostro neonato a tali grandi quantità di fitoestrogeni state rischiando di esporre il vostro bambino al rischio di danni permanenti del sistema endocrino. Ci sono alternative ai preparati a base di soia che non contengono lattosio o proteine del latte; usate uno di quelli invece della soia.

Fitoestrogeni e sterilità

I fitoestrogeni possono rendere sterili gli animali, cosa sappiamo riguardo agli esseri umani? Ci sono evidenti possibilità che i fitoestrogeni riducano la fertilità maschile. E una donna che tenti di concepire dovrebbe evitare di prendere soia. Il gigante delle derrate alimentari Archer Daniels Midland ha presentato domanda alla FDA per far sì che venga concesso lo stato di non nocività a composti noti per essere tossici per il sistema riproduttivo! E’ stato chiesto alla FDA di approvare un attestato che afferma che il consumo giornaliero da 25 a 100g di proteine della soia diminuisce il pericolo di malattie di cuore e delle coronarie. Questa quantità di proteine può portare facilmente all’assunzione di megadosi di fitoestrogeni, fino a 600mg al giorno! La soia contiene numerosi composti che sono tossici sia per gli esseri umani che per gli animali.

L’industria della soia si riferisce frequentemente a queste tossine come sostanze anti-nutrienti, ossia che agiscono in qualche modo impedendo al corpo di ottenere il nutrimento completo di cui ha bisogno da un cibo. Le tossine della soia (come l’acido fitico) possono agire certamente in questo modo, ma hanno anche la capacità di puntare organi, cellule e processi di reazioni enzimatiche specifici e i loro effetti possono essere devastanti. Le tossine della soia su cui Soy Online Service (Nota i pappagallini…) esprime preoccupazione sono gli inibitori della proteasi, l’acido fitico, la lecitina di soia (o emaglutina ), le nitrosammine e la misteriosa tossina della soia. Le Nitrosammine non si trovano per natura nella soia ma si formano durante il processo di lavorazione di prodotti come la proteina di soia isolata (ISP). Come con qualsiasi tossina c’è una dose sotto la quale gli effetti non sono notati. Soy Online Service ha esaminato i dati scientifici sulle tossine della soia e ha scoperto numerose numerose verità allarmanti.

Non c’è alcuna legislazione per proteggere i consumatori dalle tossine contenute nei prodotti di soia.

Con la possibile eccezione della lecitina di soia, tutti gli altri prodotti di soia, indipendentemente da quanto ben lavorati, contengono da un basso a un moderato livello di tossine perché i processi di lavorazione non sono in grado di rimuoverle completamente.

L’industria della soia fa poco per il controllo della qualità per proteggere i consumatori dal consumo di prodotti trattati inadeguatamente.

Inibitori della proteasi

Forse le tossine più conosciute della soia sono gli inibitori della proteasi (conosciute anche come inibitori della tripsina) che, come il nome suggerisce, sono in grado di inibire l’azione della proteasi (compreso la tripsina) che sono enzimi coinvolti nel processo di scomposizione delle proteine per poter essere poi usate dal corpo. Gli isoflavoni ai flavonoidi o alla famiglia degli elementi chimici chiamati bioflavonoidi e sono considerati endocrino-disgregatori — sostanze vegetali o altri prodotti che agiscono come ormoni, disgregando il sistema endocrino e, in alcuni casi, questa disgregazione include l’agire contro le funzioni della tiroide.(Il miglio, per esempio, contiene alti livelli di flavonoidi, ed è conosciuto comunemente come problematico per le funzioni tiroidee.) I flavonoidi inibiscono l’ormone tiroideo peroxidase (TPO) che disturba il corretto funzionamento della tiroide. Nell’edizione del marzo 1999 della rivista Natural Health c’è un articolo sulla soia che cita il Dr Daniel R. Doerge, un ricercatore del Centro Nazionale della FDA per la Ricerca Tossicologica. Il Dr. Doerge che ha fatto ricerche sulle proprietà anti-tiroide della soia, afferma: “Esistono rischi sostanziali per chi prende supplementi di soia o per chi mangia soia in gran quantità per i suoi pretesi effetti curativi. Ci sono certamente delle possibilità di interazione con la tiroide. Il Dr. Fitzpatrick crede che le persone affette da ipotiroidismo debbano evitare prodotti di soia, perché, “qualsiasi inibizione del TPO (l’ormone tiroideo peroxidase) lavorerà chiaramente contro qualunque tentativo di correggere qualsiasi stato di ipotiroidismo”. Inoltre, egli crede che la promozione attuale della soia come un cibo della salute porterà a un aumento dei disturbi della tiroide.

Quanta è innocua la soia?

Secondo Soy Online Service , per i neonati, qualsiasi tipo di soia è troppo. Per gli adulti, solo 30 mg isoflavoni di soia al giorno sono sufficienti per creare un impatto negativo sulle funzioni della tiroide. Questa quantità di isoflavoni è stata trovata in solo 0,15 – 0,23 litri di latte di soia, o 46 grammi di miso. L’USDA (Dipartimento dell’Agricoltura Americano) ha lanciato un sito web che sta promuovendo i vantaggi per la salute derivanti dal consumo di cibi a base di soia. Il sito elenca il contenuto di isoflavoni di 128 cibi, compreso hot dog vegetariani di soia, ceci e tofu. Questo potrebbe aiutarvi nel decidere quanta soia includere nella vostra dieta.

Soia e cancro

I nuovi regolamenti della FDA (Amministrazione Federale degli Alimenti e Medicinali) non permettono che venga inserito alcun tipo di dichiarazione di prevenzione del cancro sulle confezioni di alimentari, ma questo non ha impedito alle industrie e ai suoi marketing operators di farle nei loro opuscoli promozionali. “Oltre a proteggere il cuore”, dice una brochure di una società produttrice di vitamine, “la soia si è dimostrata un potente agente anti-cancro…i giapponesi, che mangiano soia in quantità 30 volte maggiore dei nordamericani, hanno un’incidenza più bassa di cancro della mammella, dell’utero e della prostata. Questo è vero. Ma i giapponesi, e gli asiatici in generale, hanno tassi molto più alti di altri tipi di cancro, in particolare il cancro dell’esofago, dello stomaco, del pancreas e del fegato. Gli asiatici di tutto il mondo hanno anche alti tassi di cancro della tiroide. La logica che collega tassi bassi di cancro degli organi di riproduzione al consumo di soia impone attribuzione di alti tassi di cancro alla tiroide e del sistema digestivo agli stessi cibi, in particolare perché la soia causa questi tipi di cancro in laboratorio. Ma quanta soia mangiano poi gli asiatici? Un sondaggio del 1998 ha rilevato che la quantità giornaliera media di proteine di soia consumata in Giappone era di circa otto grammi per gli uomini e sette per le donne — meno di due cucchiaini da tè. Il famoso Cornell China Study, condotto da Colin T. Campbell, ha scoperto che il consumo di legumi in Cina varia da 0 a 58 grammi al giorno, con una media di circa 12 grammi.

Partendo dal presupposto che due terzi del consumo di legumi è costituito da soia, il consumo massimo è di circa 40 grammi, meno di tre cucchiai da tavola al giorno, con un consumo medio di circa nove grammi, ovvero meno di due cucchiaini da tè. Un’indagine condotta negli anni ’30 ha scoperto che gli alimenti a base di soia hanno costituito solo l’1.5 % delle calorie nella dieta cinese, mentre il 65 % delle calorie era di provenienza animale, specificatamente suina. (gli Asiatici per cucinare usavano tradizionalmente il lardo, non oli vegetali). I prodotti di soia fatti fermentare tradizionalmente sono un condimento naturale delizioso, che può fornire fattori nutrizionali importanti nella dieta asiatica. Ma eccetto in tempi di carestia, gli Asiatici consumano prodotti di soia solo in piccole quantità, come condimenti, e non in sostituzione dei cibi animali — con una eccezione: i monaci che vivono nei monasteri osservando il celibato e conducendo uno stile di vita vegetariano ritengono la soia abbastanza utile come alimento perché diminuisce il desiderio sessuale.

Migliaia di donne ora consumano soia convinte che le protegga dal cancro della mammella. Inoltre, nel 1996, dei ricercatori scoprirono che le donne che consumano proteine di soia isolate hanno avuto un’incidenza maggiore di iperplasia epiteliale , una condizione che fa presagire la presenza di tumori maligni. Un anno dopo , si è scoperto che il genistein (un supplemento contenente isoflavoni della soia) stimolava le cellule della mammella ad accelerare il ciclo cellulare — una scoperta che ha portato gli autori a concludere che le donne non dovrebbero consumare soia per evitare il cancro della mammella. Venticinque grammi di proteine isolate di soia contengono da 50 a 70 mg di isoflavoni. Alle donne in pre-menopausa bastano solo 45 mg di isoflavoni per subire effetti biologici significativi, compreso una riduzione di ormoni necessari per le corrette funzioni della tiroide. Questi effetti sono stati rilevati fino a tre mesi dopo la cessazione del consumo di soia. Cento grammi di proteine di soia possono contenere quasi 600 mg di isoflavoni, una quantità che è tossica. Nel 1992, il servizio sanitario svizzero ha stimato che 100 grammi di proteine di soia forniscono il valore equivalente degli estrogeni della pillola anti-concezionale.

Degli studi lasciano intendere che gli isoflavoni inibiscano la sintesi dell’estradiol (ormone estrogeno) e altri ormoni steroidi. I problemi riproduttivi, la sterilità, le malattie della tiroide e del fegato dovuti all’apporto dietetico degli isoflavoni sono stati osservati, in zoo e allevamenti, in numerose specie animali incluso topi, ghepardi, quaglie,maiali, storioni e pecore. E’ stato detto che gli isoflavoni della soia abbiano un effetto favorevole sui sintomi della menopausa, compreso le vampate di calore, e che proteggano dall’osteoporosi. Il grado di disagio derivante dalle vampate è estremamente soggettivo, e la maggior parte degli studi mostrano che i soggetti di controllo (a cui sono state somministrate compresse contenenti sostanze assolutamente neutre) descrivono una riduzione del disagio in quantità uguale ai soggetti a cui sono stati dati gli isoflavoni. La pretesa poi che la soia previene l’osteoporosi è straordinaria, dato che gli alimenti a base di soia bloccano l’assimilazione del calcio e causano carenza di vitamina D. Se gli asiatici hanno un’incidenza di osteoporosi più bassa degli occidentali, è perché la loro dieta procura molta vitamina D dal consumo di gamberi, frutti di mare e lardo e molto calcio da brodi di ossa. La ragione per cui gli occidentali hanno alti tassi di osteoporosi è perché hanno sostituito con l’olio di soia il burro, che è una sorgente tradizionale di vitamina D e di altri attivanti lipo-solubili necessari per l’assimilazione del calcio.

fonte:www.medicinenon.it

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